venerdì 5 luglio 2019

LE 10 CARATTERISTICHE DELLA CULTURA CELTICA CHE CI POTREBBERO SALVARE!!

Stiamo vivendo un'epoca il cui è evidente a chiunque che dobbiamo trovare una nuova via per riuscire a salvare la terra e salvarci noi, umanità, e forse, unitamente alle nuove tecnologie ''pulite'' e agli sviluppi scientifici, ancor più l'acquisizione di una coscienza che ci aiuti a riequilibrare il rapporto con la Natura, a rimediare a molte discrepanze sociali ed economiche e molti altri problemi ancora, potrebbe venire dal un passato che sembra remoto, ma che giace latente dentro ognuno di noi, sepolto sotto strati di secoli di indottrinamento, che ci hanno portato alla situazione attuale.


1) L'AGRICOLTURA DEI CELTI E LA NATURA: forse non tutti sanno che la produzione cerealicola dei Celti, che aveva già di per se il pregio non essere mai di monocoltura, era fatta in quello che al giorno d'oggi potremo tranquillamente definire biodinamico (piccoli appezzamenti, l'uso della siepe che li divideva, ed era un elemento importante per la protezione dei prodotti agricoli dalle piaghe, varietà delle colture...) e quindi riuscivano ad avere dei raccolti talmente abbondanti che la produzione per esempio in antica Britannia, in tonnellate di cereale per ettaro, è stata superata solo negli anni '50 con la malaguarata introduzione dei pesticidi e della chimica!
2) L'IMPATTO DELLA POPOLAZIONE SUL TERRITORIO: molte volte da coloro che hanno tacciato la cultura celtica come primitiva e poco sviluppata, adducendo al fatto che non avesse prodotto un'urbanizzazione come altre culture occidentali, contemporanee o successive, non viene colta una profonda ragione per cui i Celti non ci hanno lasciato città e monumenti, ed in realtà è molto semplice da comprendere.

Non era una civiltà urbanizzata, perché la popolazione viveva il più possibile sparsa sul territorio, in modo che ci fosse il minor impatto possibile sulla natura che li circondava, e quando la popolazione cresceva a tal punto che questo equilibrio rischiava di essere infranto, venivano presi tutti rimedi del caso, come la migrazione di parte della tribù in altre terre.
Ma quello era il rimedio estremo, perché in realtà era lo stile di vita dei Celti che equilibrava già di per sé la situazione, con il concetto che non si doveva prendere dalla natura più dello stretto necessario, e non si doveva saccheggiarla come invece ai nostri giorni viene fatto da chi ha interessi economici e non vede niente altro...

giovedì 21 marzo 2019

8 fatti salienti e curiosi sui Celti

I Celti erano un gruppo etnico costituito da innumerevoli tribù distribuite attraverso l'Europa. Queste popolazioni hanno condiviso una lingua comune, evolutasi poi in idiomi simili, in differenti regioni. Avevano tradizioni, religioni, e pratiche culturali comuni, ed erano famosi per il loro coraggio e la loro ferocia in battaglia, per cui i romani li hanno percepiti come una cultura di barbarica.
Nonostante il quadro che i romani ci hanno dipinto, come quello di una società feroce e incolta, al contrario la cultura dei Celti era raffinata e complessa. Il loro particolare stile artistico è sopravvissuto fino al ventunesimo secolo, allo stesso modo, alcune vestigia delle loro tradizioni e della loro lingua. Alcuni fatti salienti e curiosi possono darci una prima impressione, più vera, di questo popolo misterioso ed antico:

venerdì 8 febbraio 2019

SCOPERTA LA BIRRA PIU' ANTICA D'INGHILTERRA

Un team di archeologi che lavorava lungo un tratto autostradale in costruzione, tra Cambridge e Huntingdon, ha comunicato che negli scavi sono stati rinvenuti dei minuscoli resti carbonizzati, derivati dal processo di fermentazione della birra.
Quello che ha emozionato gli studiosi, è che quei frammenti sarebbero la prova tangibile, la più antica finora scoperta, della produzione di birra in tutto il Regno Unito.
Gli esperti hanno accertato che il residuo della fermentazione risale all'Età del ferro, potendolo datare attorno al 400 a.C. ed evidenziando che è un fatto ben noto che le popolazioni antiche usassero il processo di fermentazione della birra per purificare l'acqua, e creare una fonte sicura d'idratazione. Ma questi residui sono la più antica prova fisica del processo di fermentazione trovato nel Regno Unito.
Vista la datazione, nonché la collocazione geografica di questa interessante scoperta, possiamo sicuramente dire che si trattava di una birra prodotta da una popolazione celtica. Molto probabilmente questo sito era parte dei territori della potente tribù dei Catuvellauni, che non a caso erano rinomati per la loro produzione di cereali, che con acqua e luppolo, sono appunto alla base del processo di fermentazione della rinomata bevanda.

mercoledì 30 gennaio 2019

Scoperte delle terre con proprietà curative, erano usate un tempo dai Druidi in antica Irlanda.

I rimedi popolari con le terre medicinali, spesso non sono presi in seria considerazione dagli studiosi, ma la saggezza antica può ancora sorprendere.
Un esempio significativo è quello dei ricercatori che studiano le terre curative dell'antica Irlanda, che nella tradizione popolare si ritiene che abbiano proprietà medicinali notevoli.
Gli scienziati hanno scoperto in questo materiale un ceppo di batteri sconosciuto, che produce antibiotici capaci di uccidere quattro dei super-batteri più mortali al mondo. Il terreno, che si trova nelle Boho Highlands di Fermanagh, in Irlanda del Nord, ha fama di avere la capacità di guarire parecchi malanni, tra i quali il mal di denti e infezioni alla gola. La storia dell'uso di questo rimedio può essere tracciata indietro fino ai Druidi che una tempo occupavano quei luoghi, e forse anche più anticamente, fino dal Neolitico. Uno dei ricercatori ha dichiarato che questo nuovo ceppo di batteri è efficace contro quattro dei sei agenti patogeni che sono più resistenti agli antibiotici, e che questa scoperta è un passo avanti importante nella lotta contro la resistenza antibiotica.
Ha aggiunto anche, che questi risultati dimostrano che vale la pena investigare il folclore e le medicine tradizionali, nella ricerca di nuove scoperte. Così, con l'interdisciplinarità delle scienze, gli studiosi, gli storici, e gli archeologi, lavorando di comune accordo, possono tutti contribuire in modo significativo a nuove rivelazioni. Sembra così che una buona parte della risposta a questo problema molto moderno, della resistenza di questi super-batteri agli antibiotici, potrebbe trovarsi nella saggezza del passato.

venerdì 18 gennaio 2019

Il principe di Lavau

Nel 2015, nei sobborghi del piccolo villaggio di Lavau nella regione di Champagne, in Francia, gli archeologi hanno scoperto una tomba celtica straordinaria. Era ricolma di ricchezze di origine greca ed etrusca e di opere d'arte, datate a partire dal V sec. A.C.
Opulenti gioielli d'oro e d'argento adornavano lo scheletro sepolto nel centro del tumulo. Il defunto era stato chiaramente qualcuno molto importante, ed è stato per questo denominato “il principe di Lavau”. La ricerca su questa scoperta monumentale può fare la luce su domande importanti. Chi fu il principe celtico e cosa possono rivelarci questi manufatti esotici della vita che conduceva in quel tempo, alla fine dell'Età del ferro?
L'Istituto Nazionale francese di Ricerca Archeologica sorveglia gli scavi, che sono tra i più eccezionali ritrovati finora. La necropoli monumentale misura più di 75.000 piedi quadrati. La tomba dove il principe di Lavau giace è di 130 piedi di diametro. Questa è una delle più grandi tombe del tempo con questa struttura. Gli scienziati confrontano questa scoperta a quella della Signora celtica di Vix del 1953, a soltanto 43 miglia di distanza. Come con la Signora di Vix, forse una principessa, gli aspetti più intriganti della tomba del principe di Lavau sono la sua disposizione di sepoltura e gli oggetti ritrovati.
La sepoltura reale
Il principe celtico era stato accuratamente deposto in cima un cocchio a due ruote
che, con ogni probabilità, rappresentava il suo mezzo trasporto per raggiungere la vita nell'al di là. La sua testa era rivolta a sud. C'erano resti di abbigliamento intorno alle ossa. Questi frammenti includono pezzi di pelle, lacci e chiusure di corallo, ferro e bronzo. Dopo la scoperta, gli esperti non potevano immediatamente determinare se l'individuo fosse maschio o femmina.
Hanno presunto, comunque, che era una persona di stato sociale elevato, di rango nobile. Gli archeologi però hanno dedotto che fosse un maschio, dopo aver scoperto una spada damascata e il suo fodero vicino al corpo. L'analisi ulteriore dell'osso pelvico, usando la tomografia a raggi, ha indicato infine che era un maschio.
I gioielli che adornavano il corpo, includevano un torque di oro massiccio,

giovedì 17 gennaio 2019

I CELTI E L'ACQUA

L'acqua era uno degli elementi primordiali venerati dai Celti in forma divina, per le sue caratteristiche e i suoi aspetti ambivalenti. Poteva essere benigna per gli utilizzi dell'uomo, o poteva essere fonte di pericolo, con la sua potenza distruttiva negli eventi naturali, quali piene, mareggiate, o tempeste.
Era essenziale alla vita, solamente dove c'era sufficiente abbondanza d'acqua dolce la tribù poteva stabilirsi e prosperare, rappresentava fecondità per l'agricoltura, per boschi e pascoli, e quindi per l'allevamento, era simbolo di purificazione, guarigione, e sacralità. Al chiaro di luna l'acqua lustrale era raccolta tramite un panno, prendendo la rugiada che si condensa nei prati, quindi purificata con l'immersione di un tizzone ardente del fuoco sacro, e trattata con incantesimi dai Druidi, per i rituali di divinazione da cui trarre profezie.

IL CAVALLO PRESSO I CELTI E LE RADICI DELLA CAVALLERIA MEDIEVALE

Secondo i nuovi metodi di studio che come in molti ambiti si avvalgono della comparazione interdisciplinare (archeologia, linguistica, studi sulla preistoria e storia euroasiatica, filologia...) furono i Celti ad aver introdotto in Europa nuovi tipi di metallurgia, l'uso dell'aratro a carrello, nuove tipologie di carro, la ruota a raggi, e non per ultimo, il cavallo. Questo spiega anche come le culture di Hallstatt e di La Tène abbiano poi avuto una straordinaria diffusione sul continente europeo, in quella che può essere considerata l'età dell'oro della civiltà dei Celti. Uno degli aspetti più importanti di questa espansione è stato senza ombra di dubbio l'uso del cavallo.
Per quanto riguarda gli elementi che danno adito ad affermare che proprio nei popoli celtici vi sia da individuare le radici di quella che nel Medioevo è la figura del cavaliere, possiamo trovare le corrispondenze nella idealizzazione della figura del guerriero, nel carattere elitario delle confraternite di combattenti (i Fianna in Irlanda, i Gaesati degli Elvezi ecc.), nell'esaltazione dell'individualismo del campione e dell'eroe, nel legame con i rituali sciamanici di iniziazione e non solo, nonché, nuovamente, nella centralità del cavallo.
Questo stupendo animale era un simbolo di prestigio e potere, di forza, bellezza e velocità. É l'animale più raffigurato nelle monete dei Celti, tra cui quelle delle tribù dei Cenomani e dei Parisi, che compaiono nel romanzo Celtic Saga. Il cavallo era associato alle divinità femminili, tra cui ricordiamo Epona in Gallia, Macha in Irlanda e Rhiannon in Britannia.