Secondo i nuovi metodi di studio che come in molti ambiti si avvalgono
della comparazione interdisciplinare (archeologia, linguistica, studi
sulla preistoria e storia euroasiatica, filologia...) furono i Celti ad
aver introdotto in Europa nuovi tipi di metallurgia, l'uso dell'aratro a
carrello, nuove tipologie di carro, la ruota a raggi, e non per ultimo,
il cavallo. Questo spiega anche come le culture di Hallstatt e di
La Tène abbiano poi avuto una straordinaria diffusione sul continente
europeo, in quella che può essere considerata l'età dell'oro della
civiltà dei Celti. Uno degli aspetti più importanti di questa espansione
è stato senza ombra di dubbio l'uso del cavallo.
Per quanto riguarda
gli elementi che danno adito ad affermare che proprio nei popoli celtici
vi sia da individuare le radici di quella che nel Medioevo è la figura
del cavaliere, possiamo trovare le corrispondenze nella idealizzazione
della figura del guerriero, nel carattere elitario delle confraternite
di combattenti (i Fianna in Irlanda, i Gaesati degli Elvezi ecc.),
nell'esaltazione dell'individualismo del campione e dell'eroe, nel
legame con i rituali sciamanici di iniziazione e non solo, nonché,
nuovamente, nella centralità del cavallo.
Questo stupendo animale era un simbolo di prestigio e potere, di forza, bellezza e velocità. É l'animale più raffigurato nelle monete dei Celti, tra cui quelle delle tribù dei Cenomani e dei Parisi, che compaiono nel romanzo Celtic Saga. Il cavallo era associato alle divinità femminili, tra cui ricordiamo Epona in Gallia, Macha in Irlanda e Rhiannon in Britannia.
Questo stupendo animale era un simbolo di prestigio e potere, di forza, bellezza e velocità. É l'animale più raffigurato nelle monete dei Celti, tra cui quelle delle tribù dei Cenomani e dei Parisi, che compaiono nel romanzo Celtic Saga. Il cavallo era associato alle divinità femminili, tra cui ricordiamo Epona in Gallia, Macha in Irlanda e Rhiannon in Britannia.
A livello simbolico il cavallo era ritenuto un viaggiatore tra i mondi, collegamento e trasporto tra quello spirituale e quello terreno. Aveva anche un simbolismo ambivalente, per esempio, se di mantello nero era simbolo della Morrigan, la terribile Signora della Battaglie. Se di color bianco gli erano attribuite nobiltà, splendore, eroismo e potenza, da cui il legame con il dio Lugh, espresso anche con le celebrazioni di Lughnasadh in cui avvenivano e avvengono corse di cavalli.
Nei miti celtici rimane memoria dei nomi di questi illustri destrieri: Aonbharr dallo Splendido Manto, è cavalcato da Manannan e da Lugh. Il Grigio di Macha (il re dei cavalli d'Irlanda) e Zoccolo Nero, possessori di un'intelligenza umana e capacità divinatorie, erano i cavalli dell'eroe Cù Chulainn.
Tra le numerose parole
delle lingue celtiche, con cui venivano chiamati i cavalli o indicate le
loro varie tipologie, troviamo: caballos=cavallo da tiro, equos, epos=cavallo,
epats=cavaliere, marca=cavallo, paraueredos=cavallo di ricambio,
veredus=cavallo del messaggero.
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