giovedì 17 gennaio 2019

IL CANE: VITA E SIMBOLISMO PRESSO I CELTI

I cani avevano una grande importanza presso i Celti, sia nella vita pratica, per la caccia, la guardia e la guerra, la compagnia e la protezione dei bambini, che per i significati simbolici che questo animale aveva.
Erano animali dalle molteplici doti quindi e per la cultura celtica fare un termine di paragone tra un cane ed un guerriero era per quest'ultimo un onore, poiché significava riconoscerne e stimare la sua funzione di protettore della tuath, della tribù. Innumerevoli sono i riferimenti nei miti celtici ai loro segugi, tra cui il più conosciuto ed eclatante è l'appellativo dell'eroe Cù Chulainn che significava ''bracco di Cullan'' per l'appunto. Il cane era legato anche all'iniziazione e alla figura del guerriero, nonché ritenuto il guardiano tra il mondo dei vivi e quello dell'oltretomba, appare al fianco di numerose divinità, come i segugi di Arawn, il dio della terra dei morti, Manannan il dio del mare e perfino Lugh che era accompagnato dal suo cane invincibile quando scendeva in battaglia.
Per tutta l'antichità i Celti erano rinomati presso gli altri popoli per l'abilità nell'allevamento dei loro cani e nella cura che avevano nel mantenerli, tanto che in occasione di molte festività i segugi erano ornati di fiori e potevano partecipare ai banchetti che seguivano le celebrazioni.
Tuttora, delle razze selezionate o recuperate durante la storia, ci rimangono per esempio quelle dei Wolfhound Irlandesi (e del Deerhound Scozzese strettamente legato al Wolfhound irlandese, fu il principale contributore al recupero di quella razza quando fu ricreato alla fine del 19°secolo) che sono stati sempre rinomati per la loro forza e audacia, tanto da essere denominati cacciatori di lupi, usati addirittura per la guerra, per la loro stazza eccezionale, ma mansueti e buoni con i cani più piccoli e protettivi ed affettuosi con i bambini, dei veri giganti buoni!

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